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La chiesetta di San Rocco a Garlenda, un gioiello che racchiude una leggenda…

Prosegue la rubrica, Chiese&Campanili, curata dall’amico Prospero Roveraro, amico di una vita, profondo conoscitore di storia e storie di Liguria (soprattutto della Riviera) e appassionato fotografo.

La chiesa di San Rocco è situata nel comune di Garlenda. L’oratorio campestre di San Rocco è molto antico (è citato negli Statuti di Garlenda e Paravenna del XVI sec.); distrutto dal terremoto del 1887, venne ricostruito e portato a termine nel 1890, spostato di una ventina di metri rispetto al sito originario e ingrandito. Caratteristico è il pulpito esterno, collocato sullo spigolo sinistro della facciata principale, realizzato per rispondere alla necessità di predicare ai fedeli riuniti nel prato del parco, sotto le fronde della grande quercia, durante le celebrazioni del Santo. Un tempo, infatti, i festeggiamenti per San Rocco (16 agosto) duravano due giorni e richiamavano numerose persone, che, arrivate anche da lontano, pernottavano nei prati circostanti la chiesa ed allestivano ripari con frasche di vimini…

Dopo gli Anni ‘70, e fino agli inizi degli Anni ‘90, l’oratorio di San Rocco ebbe una certa notorietà, grazie all’ambientazione che si presentava: il viale alberato, la grande quercia (uno degli alberi più antichi della Liguria) e i prati del vicino golf erano la scenografia ideale  per queste cerimonie. Però…e, si c’è sempre un però. Piano piano le celebrazioni iniziarono a scemare fino a cessare del tutto. Perché…? La leggenda metropolitana affermava che i matrimoni celebrati in quella chiesa erano a durata limitata poiché, sempre secondo vox populi, “saltavano come tappi di spumante”. 

In effetti un’alta percentuale di unioni celebrate a San Rocco erano finite velocemente. Così a San Rocco è tornata la tranquillità di un tempo, interrotta solamente dai colpi delle mazze da golf che colpiscono le palline…

di Prospero Roveraro

About the Author

Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...