Le maschere liguri a New York, storie e leggende dei Carnevali, quando i coriandoli fanno pensare..

Da oggi comincia a collaborare a questo sito-blog un grande amico e grande giornalista del Levante, Marco Raffa, storico giornalista per oltre trent’anni a La Stampa. Un articolo da leggere in un fiato.

di Marco Raffa

 

Domanda: cosa unisce una principessa-contadina con un abito color pesca punteggiato di verde, un re marinaio con lo scettro sormontato da una manina (utilissimo per grattarsi la schiena), due soldatacci spagnoleggianti con spada e mantello, un’altra principessa carica di gioielli e una dama-attrice vestita di nero, con gorgiera candida e maschera, sempre pronta a interpretare parti da primadonna e un gagà con panama e occhiali? Semplice: sono le maschere liguri che proprio in queste ore partiranno per New York dove il 14 ottobre, insieme a un centinaio di altre “colleghe” da tutta Italia sfileranno per il Columbus Day che, guarda caso, quest’anno festeggia gli ottant’anni di storia. Un vero e proprio evento – mai le maschere italiane aveva calcato la Fifth Avenue in quella che, nonostante il clima di cancel culture di questi ultimi anni, resta una grande festa degli italiani d’America e richiama un milione di spettatori e 30-35 mila personaggi in sfilata. Tutto merito delle associazioni che sostengono le maschere ma soprattutto del Centro di Coordinamento nazionale, nato a Parma e con sede a Verona (rappresenta 390 maschere da 16 regioni, che è riuscito a ottenere il sostegno del Ministero degli Esteri e di Italy Discovery per una trasferta che si preannuncia epocale.

Ma chi sono i liguri che sfileranno a New York? Conosciamoli meglio. Partendo dalle signore. Le principesse intanto: Perseghina, al secolo Elena Gandolfo, è di Borghetto Santo Spirito e con il suo costume che richiama quelli delle pesche mature è un omaggio alle tradizioni contadine della Riviera rievocate dal Forum Culturale appunto di Borghetto. La principessa Zenobia Del Carretto-Doria, Laura Inglima, è una delle quattro maschere dello storico Carnevale loanese, il Carnevaloa, portato avanti dall’associazione Vecchia Loano: è un omaggio alla principessa di Melfi, nata Del Carretto, sposa di Giovanni Andrea Doria. Isabella Andreini (Daniela Raffa) è l’attrice-primadonna-drammaturga  della Compagnia dei Comici Gelosi ricostruita dalle Gratie d’Amore di Lavagna (Genova) che tra Cinque e Seicento si esibì in tutta Europa nelle corti dei grandi del tempo, lodata tra gli altri da Torquato Tasso e Gabriello Chiabrera. 

E gli uomini? Il re non poteva che essere Re Cicciolin, il sire del Carnevale di Savona, nato nel 1953 dalla matita del pittore Romeo Bevilacqua e subito entrato nella leggenda. “Proprietà” dell’associazione savonese A Campanassa a cui è stata donata direttamente da Bevilacqua, la maschera ogni anno riceve dal sindaco di Savona le chiavi della città ed è protagonista di eventi benefici nelle scuole, nelle case di riposo oltre che di sfilate e spettacoli. Inconfondibile il suo costume con la maglia da marinaio a strisce, il mantello bordato da ermellino e le calze bianco-rosse, la berretta da marinaio con la corona e le tre collane con i colori del mare, delle montagne e delle colline. U Cillu (Enzo Ricotta), altra maschera della Vecchia Loano, è un elegantone un po’ sui generis, vestito di bianco con cappello e bastone, ricalcato sulla figura di un personaggio realmente esistito nella Loano del Novecento. E infine i due capitani, imparentati non troppo alla lontana: Fracassa (Claudio Linoli della Vecchia Loano) è figlio della penna immaginifica di Teophile Gautier letterato dell’Ottocento, mentre Spaventa (Marco Raffa, sì, il sottoscritto….) è un genovese riportato in auge dalle Gratie d’Amore di Lavagna. Nasce come personaggio della Commedia dell’Arte inventato dal capocomico pistoiese Francesco Andreini e portato in scena dalla Compagnia dei Comici Gelosi che si esibì, per dire, alla corte di Enrico IV di Francia a Fontainebleau e a Parigi. Un soldato smargiasso ma romantico, che vanta imprese guerresche mai compiute suscitando l’ilarità degli spettatori del tempo, abituati – siamo tra Cinque e Seicento – a ben altri personaggi con spada e stivaloni.

Da Pulcinella a Brighella (sì’, ci saranno anche loro), da Capitan Spaventa a Balanzone, e poi il Papà del Gnoco di Verona, re di un carnevale che ha quasi mezzo millennio di storia,  Giangiurgolo dalla Calabria, Dsevot da Parma, i riti arcaici e pastorali dei Merdules Bezzos dalla Sardegna e cento altri personaggi celebri o comunque radicati nella tradizione. Per Valerio Corradi, veronese, presidente del Bacanal del Gnoco e del Centro di Coordinamento delle Maschere Italiane e artefice della trasferta, quella newyorchese “è un’occasione eccezionale per portare su un palcoscenico mondiale una tradizione autentica del nostro Paese, declinata tra storia, teatro, cultura contadina e molto altro”.

Una sintesi di quello che la stessa Liguria riuscirà a fare con i suoi personaggi, ma che ritroviamo anche in altre maschere,  in altri carnevali. Basti pensare a due maschere piemontesi in qualche modo vicine a noi: il Moro di Mondovì e Marcantonio Carlavèe e la Cecca di Varallo. Se il primo vuol rappresentare un capo saraceno, prima nemico e poi alleato dell’imperatore Ottone I (la leggenda lo vuole protettore della figlia dell’imperatore, Adelasia, innamorata di Aleramo: è la storia romantica della nascita di Alassio), il secondo è legato a filo doppio al mondo contadino: “figlio illegittimo della Veggia Pasquetta e del Vecchio Bacucco”, nasce subito dopo l’Epifania, governa la Valsesia nei giorni più duri dell’inverno aiutando poveri e carcerati con la “paniccia” (una sostanziosa minestra di riso e verdure, preparata ancora oggi in valle) ma finisce bruciato in piazza all’inizio della Quaresima.  

Insomma, un Carnevale che diverte e fa giocare grandi e piccini, ma anche un’occasione per riflettere sul nostro passato  e sul nostro presente. Per fare i conti con la nostra storia recente e antica e cercare di capire se davvero l’oggi è meglio dell’ieri. E forse anche per imparare ad apprezzare cose che forse diamo ormai per scontate.

NOTIZIE CORRELATE