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A Genova il Campionato europeo di scacchi per non vedenti

Parli di scacchi e vengono in mente, per chi ha una certa età, le immagini del televisore, ancora in bianco e nero, che raccontavano da Reykjavík, capitale dell’Islanda Il campionato del mondo di scacchi del 1972, passato alla storia con l’appellativo di sfida del secolo, disputato tra il detentore del titolo, il russo (esisteva ancora l’URSS, che a dispetto della rivoluzione d’ottobre con l’uccisione dellimperatore, era innamorata di re e regine, siappure solo sulla scacchiera…) Boris Spasskij e lo sfidante statunitense, Bobby Fischer, che vinse la sfida laureandosi campione del mondo, non senza polemiche. Bianco e nero…, ma c’è chi la scacchiera non la vede e, nonostante questo, non rinuncia a giocare a scacchi, ad altissimo livello, arrivando a disputare campionati italiani, europei e mondiali per non vedenti. Il Campionato Europeo IBCA di scacchi a squadre per Ciechi e ipovedenti 2023 IBCA (International Braille Chess Association) e organizzato dall’A.S.C.I.d. (Associazione Scacchisti Ciechi Italiani dilettantistica) si sta svolgendo, sino a domenica 30 aprile, a Genova, al Tower Genova Airport Hotel. La parte organizzativa è in mano a Danio Maghella, alassino, una vita tra sport praticato e organizzato (sua è l’organizzazione della Targa d’Oro di bocce che, ogni primavera, porta in Riviera migliaia di giocatori da ogni dove)

Bersan Vrion è il presidente dell’Ascid: “Può sembrare strano, ma il nostro movimento è in crescita in tutto il mondo. Le regole e i regolamenti sono quelle degli scacchi, l’unica variante è che i giocatori utilizzano una scacchiera a testa, per poter ‘toccare’ i pezzi, sia per comprendere le mosse dell’avversario che per effettuare la propria. In Italia i giocatori sono in aumento, e tra loro molti stanno crescendo in maniera importante. I campionati sono divisi per categorie, e il livello è molto alto. A Genova sono arrivati giocatori da 16 nazioni europee”, racconta. La squadra da battere sembra essere la Spagna, ma gli azzurri, che già lo scorso anno sono entrati nei primi dieci, si stanno comportando molto bene”.

Si legge nel sito dell’associazione (ascid.it): “La nostra Associazione Sportiva Dilettantistica opera sull’intero territorio nazionale e non persegue fini di lucro. Le nostre finalità statutarie sono la diffusione e promozione del gioco degli scacchi tra i non vedenti, il favorire il loro inserimento nelle strutture scacchistiche esistenti, l’organizzazione di manifestazioni nazionali e internazionali, e l’attivazione e il mantenimento di rapporti con altre associazioni Italiane ed estere. In particolare, l’Associazione si adopera per la rimozione delle barriere che, a volte, si creano, se non per una vera e propria discriminazione, per mancanza di conoscenza degli accorgimenti che il regolamento prevede quando a giocare vi è un cieco o ipovedente, affinché venga garantito il diritto di questi ultimi ad accedere al gioco degli scacchi come tutti gli altri. Tra l’altro ci occupiamo della ricerca e selezione di materiale e software scacchistico accessibile. Collaboriamo con vari artigiani del territorio nazionale nella produzione di scacchiere accessibili, le quali sono molto apprezzate in tutto il mondo, dove da sempre vi è stata una grande carenza. Partendo da un gioco antico e “complesso” come gli scacchi (che racchiudono in sé elementi artistici, scientifici e sportivi) l’A.S.C.I.D. ha contribuito alla costruzione, nel tempo, di canali di comunicazione “alternativi”, attraverso cui scambiare esperienze a livello umano, oltre che agonistico. L’A.S.C.I.D. aderisce all’Unione Italiana Ciechi, è affiliata all’I.B.C.A. (International Braille Chess Association) e alla F.S.I. (Federazione Scacchistica Italiana); aderisce inoltre al CONI. In passato ha prodotto “Scacco Matto”, un’audio-rivista trimestrale (il cui ultimo Direttore è stato Renato Conti), mentre oggi sono in via di definizione attività divulgative che sfruttino l’impatto dei nuovi mass media”.

Le foto sono tratte dalla pagina FB dell’associazione

 

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...