Un raggio di luna illumina gli uomini che, attorno ad un fuoco, stanno distillando di contrabbando del mais che diventerà bourbon, una specialità dei contrabbandieri dei Monti Appalachi, versante Kentucky, nelle buie notti del proibizionismo statunitense…No, non siamo su quei monti che attraversano l’America del Nord, dalla Florida al Canada, ma più semplicemente a Sassello. Ovviamente non ci sono nemmeno distillatori illegali e contrabbandieri, l’unica cosa in comune è il Moonshine, il raggio di luna che dava il nome al distillato illegale e oggi lo dà al primo distillato ligure, a chilometro zero, visto che viene prodotto con il granturco coltivato nei campi a poche centinaia di metri dalla distilleria, e dall’acqua purissima del Rio Sbruggia che lambisce l’antico casolare che ospita botti e alambicchi. Non si può ancora, disciplinari e burocrazia, chiamare whisky, ma in effetti, come gusto, ci assomiglia molto (sarà in vendita con il suo nome, dopo aver trascorso un periodo di maturazione in legno), ma oggettivamente è un’altra cosa, molto piacevole e gradevole.
A trasformare una follia, quella di produrre whisky con sentori di Liguria, in realtà è Diego Assandri, ultima generazione di una famiglia di mugnai che, dal 1830, gestisce l’Antico Mulino di Sassello, uno degli ultimi (se non l’ultimo) ancora in attività in Liguria. “Una passione che nasce da lontano, è da almeno 12 anni che studio, viaggio, negli States, in Gran Bretagna, in Sudafrica, per imparare a diventare distillatore, un mestiere dove non si può improvvisare”, racconta Diego. Il risultato è la distilleria, costruita accanto al mulino, dove sono stati installati il bollitore-fermentatore, l’alambicco tradizionale e uno innovativo. In pratica il liquido fermentato, una enorme polenta, viene distillato due volte, con un risultato sorprendente per sapore e profumo. “Durante una delle ultime visite ad una distilleria sui Monti Appalachi ho visto le vasche con il granturco che sarebbe stato distillato. Più volte ne ho preso delle manate portandole al naso, sino a quando il mio ‘maestro’ distillatore mi ha chiesto perchè lo facessi. Gli ho risposto che quei chicchi, prodotti con semi Ogm, non avevano odore, a differenza di quelli di Sassello. Non ci credeva, allora tornato a casa gli ho inviato un pacchetto sottovuoto con una manciata dei nostri chicchi. Mi ha scritto che non aveva mai sentito un profumo simile nel mais e che questa qualità si sarebbe sviluppata nel Moonshine”, racconta ancora Diego. Il “maestro” aveva ragione, il distillato di Sassello ha effettivamente un profumo (ed un sapore) che sa di Liguria, di mare ed erbe spontanee.
La produzione del Moonshine, ovviamente, non è enorme, al momento tremila bottiglie all’anno, ma potrebbero lievemente aumentare. Due le versioni, una trasparente, così come esce dal distillatore, la seconda ambrata, frutto del legno che regala colore e un leggero, quasi impercettibile, retrogusto di torbato che lo avvicina al bourbon statunitense. Sempre in attesa del whisky che, in questo momento, sta invecchiando nelle tre botti che Gamba (azienda che rappresenta le Rolls Royce delle botti) ha realizzato per il Moonshine. Diego, che ha dedicato a “Il signor Camillo” (il nonno) la distilleria, racconta ancora come le sue bottiglie, in commercio da pochi mesi, abbiano riscontrato da subito il favore del mercato: “Sono state apprezzate soprattutto nei locali del centro di Genova, utilizzate sia per una clientela che vuole assaporare un distillato unico, sia per i cocktail, apprezzati soprattutto da un pubblico più giovane che sempre più si avvicina all’arte della mixology. A tutti, in ogni caso, raccomando sempre di bere con moderazione e consapevolezza, siamo comunque davanti ad un superalcolico da 40 gradi”, commenta ancora.
La passione di Diego per i distillati, whisky in primo luogo, è una passione che risale a ben più di 12 anni…la dimostrazione è sulla mensola di una vecchia credenza attaccata ad una parete laterale, un po’ nascosta, della distilleria. Sono allineate e sovrapposte non meno di una cinquantina di mignon di whisky, whiskey e bourbon (tutte rigorosamente piene, intatte), comprese alcune etichette quasi introvabili, almeno in Italia, anche nei formati commerciali. Per completarla dovrà imbottigliare anche il Moonshine in formato mignon…
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio…