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Ad Arnasco la passeggiata tra olivi, muretti a secco e sapori diventa poesia…

“Una fontana gorgogliava tutto l’anno, Una volta soltanto – quasi tre anni senza piovere – l’avevano vista gemere sulla vena senza sgorgare. Per pochi giorni. Era bastato un temporale sul Mercantur per farla di nuovo irrobustire”, scriveva in “Vento Largo” Francesco Biamonti, lo scrittore di San Biagio della Cima che più di ogni altro ha descritto la Liguria di pietre e olivi. Un brano che domenica mattina è stato letto, quasi fosse una profezia, davanti ad una delle fontane di Arnasco, in secca per tutta l’estate, tornata in vita grazie alla pioggia di questi giorni. Un “miracolo” della natura, uno dei tanti vissuti dai partecipanti all’ormai tradizionale passeggiata tra gli oliveti di Arnasco organizzata dalla Cooperativa Olivicola.

Un’esperienza turistica, certo, ma che ha coinvolto tutti i sensi: la vista, quasi accecata dal luccichio delle foglie d’ulivo che riflettevano i raggi del tiepido sole; il tatto, con i polpastrelli accarezzati dalla corteccia rugosa e nodosa degli olivi secolari; l’olfatto, con l’acre odore delle olive cadute a terra che sale al naso; l’udito, con gli antichi alberi che sussuravano storie di fatica e sudore con la voce della brezza; il gusto, con il pizzicorino che l’olio nuovo sa dare su una fettina di pane cotto da poco. E accanto ai sensi, l’esperienza dell’anima, con alcune delle frasi più belle scritte da Francesco Biamonti, riportate su cartelli sistemati nei punti strategici del percorso. Frasi talmente belle nel descrivere la Liguria degli olivi e dei muretti a secco che meritano di essere rilette o, per chi non avesse mai incontrato l’uomo di San Biagio della Cima, scoperte:

 

“Mon père est parti

Puor d’autres terres

Il est allé chercher

Les plus hauts sommets

De ses reves”

“Vento Largo” Francesco Biamonti

 

“Gli capitava di passare certe sere a pensare.. Pensare agli ulivi d’altri tempi, alla loro aria sacra e sempre nuova”.

“Vento Largo” Francesco Biamonti

 

“Gli vennero in mente i suoi ulivi e si propose di andarli a vedere prima di ripartire. Avrebbe voluto avere con loro un dialogo, divenire davanti a loro un uomo di preghiera; Gli ulivi non sono Dio, non sono Dio, d’accordo, ma è quanto qui c’è di meglio”.

Francesco Biamonti

 

“Struggenti rovine. Ho portato Mario Rigoni Stern nel nostro entroterra. E’ uno che non si commuove facilmente, che conosce la natura e la fatica umana. “ Mai visto nulla di simile , – diceva davanti alle vertiginose terrazze; – terra strappata con l’unghia, cattedrale della tenacia””

La Liguria di Ponente – Francesco Biamonti

 

“Ora è tempo di dire basta, di salvare il salvabile. Certo, i cementi sono forti, e in più alleati in tutti i modi coi costruttori e collegati con i politici. E’ tempo di dire basta: sembra che stia sorgendo una speranza di rinascita nell’olivicoltura, una scoperta o una riscoperta dell’olio d’oliva nel mondo. Speriamo che la civiltà dell’ulivo torni”.

La vera Liguria – Francesco Biamonti

 

“La Liguria di Ponente ha valli e colline che dalle Alpi scendono al mare, dove sovente si inalberano in rocce e picchi. Il tessuto geologico è sempre evidente: pietre, muri a secco, altopiani di sole e stelle. I pendii sono scoscesi, scalinate di terrazze; i torrenti, ripidi; i crinali erosi dalla luce … Natura frutto di millenni geologici e secoli di lavoro, è difficile distruggerla completamente”.

La Liguria di Ponente  – Francesco Biamonti

 

“Apprendi l’arte e mettila da parte”. Di gente anche giovane che sa potare gli ulivi, abbacchiare e dissodare senza rompere le radici ce n’è ancora. Se i tempi che vi dico tornano, non avranno bisogno, questi giovani, di viaggiare per le Cine, le Cube e le Afriche immaginarie”.

La Vera Liguria – Francesco Biamonti

 

“Il Vento Largo è un vento che non soffia mai nella stessa direzione e di conseguenza disorienta molto, è come il vento della vita che ti sospinge prima da una parte e poi dall’altra”

Francesco Biamonti 

 

“Tornato il bel tempo, rimase nel cielo una frangia di freddo, che toccava la macchia scura delle terrazze, e in cui lucevano i rami secchi. Tirava vento da mare. Sui tronchi scorticati vicino a terra compariva il legno nudo, l’anello del gelo. Anche se sottoterra la radice era sana, la linfa non poteva salire”.

“Vento Largo” Francesco Biamonti

 

Proprio la letteratura legata alla Liguria e all’olivo sarà una delle sorprese che la Cooperativa Olivicola di Arnasco ha in serbo: “E’ un progetto ancora in via di definizione, ma ci stiamo lavorando e, tra qualche settimana lo renderemo pubblico”, anticipa sornione il presidente Luciano Gallizia.

Alla fine della passeggiata tra gli olivi il ritorno sulla piazza del Bistro du pais, cuore pulsante del paese che quarant’anni fa ha puntato gran parte delle sue fiches sull’olivo, vincendo la scommessa: E anche se da tre anni la raccolta delle olive non è, quantitativamente da ricordare, Luciano non manca di spronare chi vive l’entroterra, a cominciare da se stesso: “Non abbandoniamo gli olivi, sono storia, cultura, parenti stretti”.

Ed è difficile lasciare Arnasco, soprattutto se è arrivata l’ora di pranzo, preparato magistralmente dagli appassionati volontari della Pro Loco. Un pasto ligure, tipico, almeno nella prima parte: verdure dell’orto al forno, crostino con burro e acciughe, castagne morbide con miele e lardo, zemin e poi giro pizza del forno dell’olivicola, altro tassello per mantenere lo spirito di comunità. E poi, come dolce, l’imbattibile budino, cavallo di battaglia di Alberto. Il tutto annaffiato da granaccia e rossese della cantina Gallizia 1250, una garanzia di gusto ligure!

 

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...