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Addio a GB Enrico, pioniere dell’asparago violetto

Arrivo ultimo, ma non me ne pento. Dire addio a Giovanni Battista Enrico, classe 1927 (95 anni, non pochi, ma sempre lucido), storico coltivatore albenganese conosciuto per la coltivazione dell’asparago violetto, eccellenza ingauna, Presidio Slow Food, di cui custodiva le antiche zampe, i rizomi, frutto di autoselezione locale, a cui aveva lavorato per decenni con passione e professionalità. Era socio della Cia dagli Anni ‘50, quando ancora si chiamava Alleanza Contadina, ma non è questo il punto.

Il punto è che persone come Giovanni Battista Enrico, al di là delle appartenenze (Cia, Coldiretti e via dicendo), sono state quelle persone che hanno fatto grande l’orticoltura di Albenga, asparago, carciofo, pomodoro, zucchine e via dicendo. Ha tramandato l’insegnamento e le tecniche di coltivazione al nipote Luca Lanzalaco, agrotecnico e coltivatore, che ora porta avanti l’azienda famigliare assieme ai genitori Pinuccia, la mamma (figlia di GB), e Vincenzo Lanzalaco, grande calciatore e grande persona.  GB Enrico, a Pinuccia e Luca, non ha solo insegnato ad essere grandi agricoltori di qualità, ha insegnato ad essere persone serie, consapevoli, con la schiena dritta negli affari, ma anche con una conoscenza che non fosse solo agricola od economica. Albenga, la sua agricoltura, dovrà prendere esempio dal passato, dalla visione degli Avi per andare nel futuro, che potrà essere ancora radioso solo se si affronterà con l’impegno e la serietà dei nonni. L’eredità che GB ha lasciato a Luca, e tutti i nonni hanno lasciato ai tanti Luca.

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...