Questa settimana Paolo Tavaroli, presidente e anima del Circolo fotografico San Giorgio, ci propone ancora una bella e significativa fotografia di un bravo socio del Circolo.
“Siamo ad un Festival del Fumetto. Gli astanti hanno voglia di divertirsi, di giocare e di far parte della scena: non possono immaginare fino a che punto ne diventeranno “storia particolare”, quando guardano con indulgenza e un barlume di preoccupazione più che giustificata il fotografo; né possono ancora immaginare ben altro tipo di mascherine. Questa foto di Alessandro Negri del S. Giorgio di Albenga è la classica immagine che va molto oltre, sia alle intenzioni del bravissimo fotografo che, in un attimo, ha probabilmente associato sfondo e soggetti, sia oltre all’immagine che di sè hanno le persone coinvolte nel gioco, sia oltre quanto si veda immediatamente.
In questa foto ciascuno può trovare un particolare che lo attrae a generare una sua immagine mentale, un’altra visione, un’altra fotografia: allegra, o disturbante, deprimente, o ironica, simpatica o altro ancora. La fotografia questo sa fare, questa è la sua magia. Già Roland Barthes, il grande semiologo strutturalista che ha affrontato tra i primi il “corpo a corpo” con la sfuggente nuova arte, se ne chiedeva le ragioni. Per Barthes la fotografia non è mai solo quello che vedo io – spettatore- e che sbiadisce quanto visto da altri, né quello che volevi farmi vedere tu- operatore (o fotografo). Sfugge all’immagine e alla rappresentazione, pur contenendole, per andare oltre: verso il regno della visione, più che nel fatto della produzione di una immagine o fotografia. Ognuno scatta un’altra foto mentale tutta sua”.
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio…