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Bagna Verde, salsa antica simbolo di gusto a Fiumaretta, sulla foce del Magra

Ci sono piatti, semplicissimi, che diventano simbolo di un territorio grazie alla loro storia, vera o più facilmente leggenda tramandata, che conferisce alla ricetta una nobiltà che diventa, attraverso il gusto, una vera esperienza. E’ il caso della “bagna verde”, salsa simbolo di Fiumaretta, piccolo borgo alla foce del fiume Magra. La storia la racconta Gianni Torri, innamorato del suo borgo, che con caparbietà propone nella bottega della Cooperativa di comunità Terra del Magra prodotti che rappresentano la cultura di un posto che è Liguria, ma respira l’aria della Toscana. Prodotti che si chiamano sgabei (una sorta di pane fritto), torte di verdura, muscoli ripieni, calamari ripieni e tanto altro ancora. Torniamo alla “bagna verde”. Scrive Torri: “Agli inizi del secolo scorso la foce del nostro fiume Magra, completamente diversa da oggi, era meta dei Navicelli e altre imbarcazioni dell’epoca che navigando tra il mar Ligure ed il mar Tirreno trovavano un riparo sicuro nel tratto terminale del fiume Magra quando la forza del mare non permetteva loro di navigare in sicurezza per trasportare le merci da un porto all’altro tra Liguria e Toscana. La leggenda narra che questi naviganti approdati sulla sponda del fiume Magra dove oggi esiste il borgo di Fiumaretta, ma allora piana agricola con pochissime abitazioni di contadini, avendo a bordo pesce appena pescato, in particolare muscoli e vongole, si rivolsero ai contadini del luogo per poter cucinare il pescato ed evitare di mangiarlo crudo”. Il racconto prosegue con la fantasia di una massaia, che tritò i molluschi assieme a prezzemolo, aglio e peperoncino. Al trito fu aggiunto olio locale e vino bianco del posto, messo in un paiolo a cuocere per ore. Alla fine la salsa (il fatto che sia senza pomodoro fa pensare sia molto antica) servì per condire dei taglierini liguri, acqua e farina. Il piatto fu talmente apprezzato da contadini e dai pescatori che, da allora, lo scelsero come piatto simbolo, da cucinarsi anche sulle navi. In abbinamento, non può essere altrimenti, un bianc del territorio, albarola dei Colli di Luni.

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...