Anche il mondo del vino sta subendo le ripercussioni del Coronavirus. Annullate le grandi fiere internazionali come Vinitaly a Verona e ProWein a Dusseldorf, segno evidente che la pandemia sta interessando tutti i settori, viticoltura compresa. Cosa significa tutto questo per il vino ligure?
“Il clima di incertezza certo non aiuta,ma certamente non ci rassegniamo. Dobbiamo essere pronti a ripartire non appena la situazione si sarà chiarita. Al momento siamo vicini ai produttori e siamo sicuri che, conoscendo la loro determinazione, siamo convinto che riusciremo a ripartire più forti di prima”, spiega Marco Rezzano presidente dell’Enoteca regionale della Liguria. Domenico Ramoino, viticoltore imperiese, è relativamente ottimista: “Al momento non abbiamo ricevuto disdette, le prenotazioni che erano state fatte nei mesi scorsi sono tutte confermate, il problema sarà però nei mesi prossimi, se la ristorazione, come in questo momento, si ferma, di conseguenza si fermerà anche la vendita dei nostri vini”. Impossibile, al momento, sapere se le grandi fiere internazionali saranno quest’anno annullate o spostate più avanti. Aimone Vio, produttore di Bastia d’Albenga racconta come partecipare a fiere del vino in primavera avanzata o addirittura a giugno, come previsto a Verona, sia abbastanza difficile per i viticoltori: “Le grandi fiere si fanno a marzo e aprile perché è il momento ideale per i viticoltori. Più avanti la vigna si risveglia e il lavoro aumenta esponenzialmente. A livello logistico è difficile per cantine piccole come quelle liguri avere il personale adeguato per lavorare la vigna e contemporaneamente partecipare alle grandi fiere. Dal punto di vista delle vendite al momento non abbiamo ripercussioni, ma certo siamo preoccupati per i mesi che verranno”. Massimo Enrico è il presidente del Viticoltori Ingauni e della Rete di Impresa Vite in Riviera: “Dobbiamo per forza di cose essere ottimisti, sperare che questi giorni di crisi passino velocemente. A livello produttivo la Liguria è al centro di grande interesse da parte dei mercati internazionali. Abbiamo produzioni limitate, è vero, ma comunque il peso del nostro settore sul Pil regionale è importante, non solo dal punto di vista economico, ma anche dell’immagine. Dobbiamo essere convinti e dobbiamo lavorare per poter riprendere al più presto la normale attività di promozione e valorizzazione dei nostri vini. Non sarà certo il coronavirus a fermarci, certo ci sta dando parecchi problemi. In ogni caso sono fiducioso che la situazione torni al bello nel giro di poche settimane”.
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio…