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Da Albenga una scultura per ricordare Freak Antoni e gli Skiantos

“Sono uno scultore e seguace di Freak Antoni, e vi contatto con il fine di illustrarvi il mio progetto di realizzare un monumento (ovviamente non monumentale!) in onore del poeta suddetto. La sua opera e la sua figura sono forse la più importante testimonianza di un’epoca e di una generazione che ha avuto il torto di non conformarsi alle leggi del mercato, e che è quindi stata messa da parte”: così Daniele Rossi, albenganese, in una mail inviata, qualche mese fa, ai “Pistoni Roventi”, l’organismo supremo che da sempre governa gli Skiantos. L’amore per gli Skiantos, e per l’arte in generale, Daniele lo ha ereditato dal padre Lorenzo, albenganese, trascorsi da musicista dilettante, storico insegnante all’Istituto d’arte di Imperia. Daniele, classe 1989, studi all’Istituto Statale d’Arte di Imperia, l’Accademia di Belle Arti di Carrara con indirizzo Scultura e successivamente la “Faculdade de Belas-Artes de Lisboa” a Lisbona lavora da tempo all’interno di laboratori artistici specializzati nel territorio apuo-versiliese.Una pazzia che è piaciuta a parenti e amici di Roberto che, così, in occasione del terzo anniversario della scomparsa, hanno lanciato ufficialmente una campagna di raccolta fondi per poter finanziare in maniera autonoma e trasparente la realizzazione di una statua in marmo di Carrara a lui dedicata. “Fin dall’inizio, assieme allo scultore, abbiamo pensato che per ricordare Freak in maniera significativa e coerente con le sue idee, per onorare la sua ‘arte’ e nel rispetto di tutti quelli che, proprio per questi motivi lo hanno amato, fosse il suo “pubblico di merda”, attraverso un crowdfunding collettivo, a farsi carico della realizzazione di questo progetto”, dicono i Pistoni Roventi. Il sindaco di Bologna Virginio Merola e l’assessore alla Promozione, Matteo Lepore hanno dato la disponibilità dell’amministrazione a patrocinare il progetto e a individuare una prestigiosa e significativa location, affinchè la statua di Freak al grido di “Largo all’Avanguardia” possa diventare un simbolo capace di offrire un preciso segnale di orgogliosa identità culturale alla città. Una occasione anche per Albenga che, in nome degli Skiantos (a proposito, quel che resta del gruppo compie quest’anno 40 anni, essendo nati nel 1977), potrebbe rivendicare un legame artistico, visto che I belli e fulminati nel bosco (gruppo albenganese ancora in attività) furono tenuti a battesimo con il loro cabarock proprio dagli Skiantos. 

L’associazione WeLoveFreak, costituita dalla famiglia di Roberto con alcuni dei tanti amici di Freak, sarà garante della Raccolta Fondi. Le donazioni potranno essere fatte direttamente tramite Paypal oppure con Bonifico Bancario sul conto corrente dell’Associazione dal sito: www.welovefreak.it

Così il comitato spiega, tecnicamente ma in un perfetto stile Skiantos, la statua: “Pregiato marmo di Carrara cavato dalla sua sede millenaria a colpi di sega, dinamite e bulldozer non già per umiliarlo ma per restituirlo alla sua bellezza intrinseca questa volta a colpi di carezze, moine e sudore da parte di chi ne conosce le più nascoste venature, di chi sa vincerne la naturale ritrosia a mostrarsi e lo accompagna amorevole sul proscenio buzzurro capace, più o meno, di sintonizzarsi sull’onda magnetica della meraviglia. Il frutto dei sentimenti incanalati negli strumenti biologici, muscoli tendini mani e cervello dello scultore, hanno prodotto un Freak delicato nei tratti e raffinato nel beffardo inchino all’amato “pubblico di merda”. Ma non c’è presunzione nel gesto, lo testimonia l’umile pulpito; a proposito del quale ci si potrebbe domandare se Freak ci si trovi di propria volontà o in qualche modo ci sia stato in lato. Crediamo siano vere entrambe le cose, chi ha conosciuto Freak sa bene che il luogo preferito della casa, il posto in cui trovare ispirazione con metafisico contatto era proprio il bagno, e il water con le sue funzionalità collegate hanno avuto spesso rappresentazione nelle sue canzoni, scritti, spettacoli. E’ quindi con compassata irriverenza che egli ci saluta dal manufatto che tutti ogni giorno frequentiamo con apprensione e con soddisfazione. Ma il water è anche il ricettacolo di rifiuti per antonomasia sia praticamente che metaforicamente, e tranne pochi illuminati la maggioranza lo ritiene luogo negletto in cui gettare tutto ciò che si ritiene puzzolente, schifoso, comunque indegno per la vista e per il gusto. In questo senso si potrebbe pensare ad un Freak incompreso nel suo ostinato e demenziale anticonformismo, gettato via per la sua capacità di scegliere percorsi del linguaggio lungo cavedagne divertenti piuttosto che autostrade inutilmente impegnative. Ma a noi questa seconda visione piace poco e per fortuna lo scultore ci viene in aiuto applicando alle spalle di Freak un bellissimo jet-bag, seppure di prima generazione, che riporta il Vate in alto su nello spazio lontano da fogne e pantegane e più vicino a quei sogni che ha sempre cercato di tradurre in realtà a volte anche con qualche scorretto artificio”.

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...