Maurizio Gerini e Fausto Vignola sono arrivati a Cordoba scalando posizioni. La Dakar volge al termine, ma i due piloti, sponsorizzati dai Viticoltori Ingauni (Vignola corre anche con il foulard giallo dei Fieui dei Caruggi), possono già dire di aver compiuto l’impresa. Questo il consueto racconto di Franco Jannone, giornalista imperiese al seguito dei due piloti rivieraschi, della tappa numero 13, la San Juan – Cordoba Km 907 SS 424. Pochi minuti dopo la pubblicazione di questo post è arrivata la nota di Jannone sulla fine del raid e del successo dei due nostri piloti.
Ultima zampata dei piloti del Solarys Racing che chiudono in bellezza l’ultimo stage della Dakar; Gerini 16° e Vignola 44°.
E’ fatta! L’ultima prova da superare è stata portata a compimento con due eccellenti risultati in questa finale di gara al cardiopalma, per i piloti bravissimi, per i tanti tifosi che seguono dall’Italia e per tutto lo staff del team made in Castiglion Fiorentino (AR), Franco Guerrini team manager del gruppo in testa, che si è congratulato con i ragazzi per l’eccellente prova d’esordio nel rally dei rally, la Dakar del 40° considerata una delle più massacranti di sempre.
Pronti via, alle ore 7.00 i primi piloti escono dal bivacco di Cordoba sistemato all’esterno del grandissimo stadio di calcio Mario Alberto Kempes e si avviano verso quest’ultima start-line, le condizioni meteo sono favorevoli, c’è il sole caldo ma anche qualche nuvola che mitiga l’afa argentina dell’estate, gli sguardi sono tesi ma come al solito, lo abbiamo visto molte volte in questa Dakar, non appena si accendono i motori di queste potenti e affidabili Husqvarna 450 rally, tutto rientra nella normalità; c’è ancora del lavoro da fare e quindi si parte pensando a tutti gli sforzi per arrivare fin qui e di conseguenza guidare bene e con attenzione per evitare di buttare tutto alle ortiche. Molti guadi da superare che la direzione gara ha inserito in questo rush finale per divertire il numeroso pubblico assiepato lungo i 120 km della speciale corta ma pericolosa; l’incubo dei concorrenti in moto o in quad, bagnare la cassetta del filtro che lo contiene provocando lo spegnimento del mezzo senza possibilità di appello. La strategia adottata da entrambi è quella di attraversare gli stessi ad una velocità adeguata ma in velocità; 110/120 km/h sono sufficienti a far “galleggiare” le Husqy sull’acqua e quindi provare a passare indenni i molti ostacoli. L’operazione riesce bene e Maurizio Gerini termina in 16ª posizione che si rivelerà la migliore tra i piloti italiani con il tempo di 1h38’29” a soli 11’48” da Kevin Benavides che vince la tappa. Nella classifica generale Maurizio Gerini#42 chiude la sua prima Dakar in 22ª posizione con un tempo totale di 49h43’04”. Da precisare che le classifiche verranno ufficializzate solo martedì p.v. per i controlli finali degli Iritrack che conservano i dati relativi a waypoint e speed limit che hanno fruttato svariate centinaia di euro di multa.
Straordinario Fausto Vignola#108 che chiude anch’esso la sua Dakar numero uno in 44ª piazza, affrontando l’ultimo tratto di speciale cronometrata dello stage 14 con il tempo di 1h48’54” adottando pressoché la stessa strategia di gara del corregionale Gerini, tuttavia non senza piccole imperfezioni che lo avrebbero visto ancora più in alto in classifica di tappa, già, quella classifica di cui non si voleva tener conto più di tanto, visto il ben più nobile obbiettivo di arrivare a Cordoba, ma che inevitabilmente ti tiene incollato ai monitor
Il coriaceo pilota di Albenga è arrivato in fondo con le lacrime agli occhi come tutti del resto e il pensiero è andato subito alla moglie Sara e alle sue due bimbe Bianca e Emma, le prime sue fans, che sono state in trepidazione per tutta la durata della gara pur sempre in contatto con i vari bivacchi.
Questa Dakar del 40° resterà tatuata nelle nostre menti e ci porteremo dietro i meravigliosi ricordi di una straordinaria avventura a metà tra sogno e realtà.
Lo stop forzato della tappa 12 e il conseguente riposo dei piloti, risulta provvidenziale per Gerini e Vignola che chiudono questo penultimo step della Dakar 2018 al 22° e 48° posto.
San Juan (Argentina), lo Stage 13 che porterà i piloti verso la destinazione finale di questa spettacolare edizione 40 del rally raid più famoso, prende il via alle 5.00 del mattino con un po’ di riposo in più sulla tabella di marcia che mette in condizione i bravissimi piloti del team Solarys Racing di Castiglion Fiorentino (AR), guidati dal Team Manager Guerrini, di superare questo ennesimo e penultimo scoglio.
Molti chilometri da macinare sui 907 previsti e due tostissime prove speciali lungo la rotta di avvicinamento a Cordoba, nel menù odierno, sullo stile delle precedenti, con alte dune e molta sabbia morbida nel primo tratto cronometrato e dune più agevoli ma con altri ostacoli naturali da superare, ancora fesh-fesh e erba chameaux a mettere in difficoltà tutti i piloti, molti dei quali si sono persi nel tentativo di interpretare a dovere la navigazione.
Gerini è subito aggressivo e mette nel mirino Cerutti che guida altrettanto forte e lo tallona a vista cercando di strappare lui la posizione di vantaggio, operazione alquanto rischiosa viste le difficoltà anche improvvise che si presentano e soprattutto in vista dell’obbettivo più importante di questa sua prima Dakar; salire sul podio di Cordoba con tutti gli onori del caso, tuttavia dinanzi ad un pilota professionista con ottime caratteristiche come le sue, l’indole guerriera si fa sentire eccome e non risparmia di distribuire le ormai consuete smanettate al comando del gas. Alla fine della super tappa di oggi, Maurizio Gerini #42 porta la sua Husqvarna 450 rally oltre la finish-line conquistando il 22° posto in 5h31’20” a 42’47” dal vincitore della tappa Toby Price.
Benissimo anche Fausto Vignola #108, il pilota di Pogli, Albenga, cade parecchie volte, si rialza stringendo i denti e si rimette in corsa, controlla il suo mezzo con molta più attenzione e guardandosi bene le note per evitare il più possibile errori, salti di waypoint e trappole naturali sul tracciato. Supera qualche concorrente poi viene ripreso e continua in maniera assai costante la sua marcia fino al traguardo che lo vedrà protagonista delle prime quarantesime posizioni; chiuderà infatti in 48a posizione con un tempo di 6h27’40”.
Bravi Bravi Bravi, tutto ciò è già di per sé una vittoria!
Dopo la fatica finale con temperature torride intorno ai 40 gradi per tutto il giorno, fondamentale si è rivelata l’assunzione di liquidi integratori per evitare il più possibile l’insidia dei crampi, con i piloti che a più riprese si sono idratati in corsa giungendo stanchi ma enormemente soddisfatti all’arrivo.
Domani l’ultimo stage, il numero 14 nell’ordine che sarà una sorta di passerella prima della salita sulla pedana di Cordoba in un bagno di folla che ricorderemo tutti a lungo. Vietato abbassare la guardia anche in quest’ultima tappa, la Dakar è una gara alla quale è necessario dare del “Lei” fino all’ultima tappa, il giusto rispetto è d’obbligo.
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio…