Questa settimana Paolo Tavaroli, presidente e anima del Circolo fotografico San Giorgio, ci propone ancora una bella e suggestiva fotografia di una appassionata socia del Circolo.
“E’ noto che Sant’Agostino, pilastro del pensiero, ha dedicato nel IV secolo pagine memorabili al problema del tempo. Raccontando il suo percorso di vita e conversione nelle celebri “Confessioni”, dove egli scrive durante un lungo ragionare con sé stesso e con il lettore:
“È in te, spirito mio, che misuro il tempo. Non strepitare contro di me: è così; non strepitare contro di te per colpa delle tue impressioni, che ti turbano. È in te, lo ripeto, che misuro il tempo. L’impressione che le cose producono in te al loro passaggio e che perdura dopo il loro passaggio, è quanto io misuro, presente, e non già le cose che passano, per produrla; è quanto misuro, allorché misuro il tempo. E questo è dunque il tempo, o non è il tempo che misuro. Ma quando misuriamo i silenzi e diciamo che tale silenzio durò tanto tempo, quanto durò tale voce, non concentriamo il pensiero a misurare la voce, come se risuonasse affinché noi possiamo riferire qualcosa sugli intervalli di silenzio in termine di estensione temporale?”
Danila Fornasier ha dedicato molte delle sue fotografie al mistero del tempo, utilizzando tanti generi e approdando anche ad un uso della Fantasy fotografica che appare in questo caso quanto mai opportuna. La fotografa del San Giorgio sembra avere posizioni analoghe a quelle del grande pensatore. Il tempo è una dimensione dell’animo umano. La coscienza stessa di sé che si dilata ad abbracciare anche passato, presente e futuro. Le foto di Danila, pur composite, rispecchiano infatti sovente diversi stati d’animo della umana avventura, riflettendo l’idea che il tempo sia una dimensione soggettiva raccolta dallo spirito umano in una pluralità di esperienze esterne che la coscienza è in grado di riunificare. Oggi, si sceglie una delle foto più gioiose, ma in questa immagine incombe il trascorrere del tempo. Così come nelle foto più malinconiche o dolorose, l’orologio simbolico nelle immagini della Fornasier tende ad ingrandirsi e a diventare se non segno di speranza almeno un’idea di liberazione inevitabile”.
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio…