Si chiama FOTO IN QUARANTENA e sostituisce, per qualche settimana, la consueta rubrica del Circolo San Giorgio. Paolo Tavaroli, instancabile anima del Circolo, racconterà uno scatto fatto da un associato (ma vista la situazione accoglieremo anche scatti di non associati) senza tanti fronzoli, solo perchè, anche i fotografi possono e devono fotografare anche in casa e da casa, senza uscire, ma cercando situazioni significative. Ed ecco lo scatto numero 32 con la descrizione di Paolo.
“Secondo un interessante saggio su “Fotografia e inconscio” il mito che più descriverebbe l’immagine fotografica non sarebbe quello di Narciso – a cui si allude spesso confondendo il soggetto col fotografo, o i difetti del fotografo come persona con la fotografia in sé- bensì quello di Eco.
Nel mito, la ninfa Eco era stata punita da Era per aver favorito l’intrallazzo adulterino del marito Zeus con un’altra bellissima ninfa. Condannata a non avere più una voce propria e a ripetere soltanto le ultime parole pronunciate da altri, quando si innamora del bel Narciso, Eco è costretta ad ammirarlo solo da lontano. Trovato il coraggio di avvicinarsi ne viene respinta e, consumandosi d’amore per lui, finisce i giorni in solitudine e rimane di lei solo una voce malinconica e lontana.
Le fotografie non sono sempre un documento da analizzare o una miniera di ricordi, spesso sono figlie di una realtà sfuggente e intrattabile. Mario Burnengo con la sua ricerca prova da tempo a dare questa impressione di incomunicabilità di un pensiero preciso, alludendo nei suoi scatti più che definendo, attraverso particolari o spezzoni della realtà, lasciati alla deriva di ogni interpretazione da parte dell’osservatore”.
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio…