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I murales di Arnasco si arricchiscono con due nuovi dipinti di artisti internazionali

Non si sono ancora spenti gli echi della consegna dell’Arnasca 2020 e già Arnasco sta vivendo altre giornate da sottolineare. Questa volta protagonista è l’arte, la grande arte. Capita, infatti, che per una felice congiunzione astrale il Castello di Bezzo ospiti, per qualche giorno di vacanza in Riviera, un gruppo di artisti, pittori, scultori, fotografi, scrittori, in arrivo da Svezia e Danimarca. E che due di loro, folgorati dalla bellezza del paesaggio della Valle Arroscia, si siano innamorati (a dire il vero non solo loro) degli oliveti e della natura di Arnasco, chiedendo di lasciare una loro opera in paese. E dato che Arnasco, tra le altre cose, è anche il paese dei murales…

Inutile dire che i due artisti si sono cimentati con la suggestiva arte dei murales, delle pareti dipinte. Gli artisti sono due big dell’arte contemporanea scandinava, conosciuti in tutto il mondo, Tong Wang, cinese che alterna l’insegnamento tra l’Accademia di Belle Arti di Copenaghen, Mongolia e Cina, e Pontius Kjerrman, scultore svedese trapiantato in Danimarca dove, anche lui, ha insegnato sino allo scorso anno all’Accademia di Belle Arti di Copenaghen. I due murales, quello di Tong Wang quasi terminato, l’altro solo abbozzato, ma già potente ed evocativo, sono stati realizzati nelle ultime due “nicchie” ancora vuote a Bezzo, vicino al piccolo parco giochi della frazione.

Tong Wang ha disegnato un panda bianco, pensieroso, con alle spalle un paesaggio bucolico, dove cammina il Cristo. “Il panda bianco significa un panda che si spoglia della sua natura bicolore, imposta, per trasformarsi in un foglio bianco che verrà colorato dalla sua scelta, deciderà lui se essere bicolore, nero, bianco. Questo per dire che dobbiamo spogliarci di tutto per poter poi scegliere fede, religione, credo, bene o male”, spiega l’artista cinese.

Pontius, invece, ha riprodotto sul muro le sue opere scultoree, dei fauni/orsi umanizzati (molte sue opere sono esposte anche nelle strade di Copenaghen e altre città danesi, artistici arredi urbani) inseriti nella natura della Valle Arroscia, ovviamente trasformata dalla fantasia dell’artista (e in parte suggerita dalla moglie Tine Hecht-Pedersen, scultrice anche lei.

I due artisti folgorati sulla via di Arnasco hanno già anticipato che torneranno il prossimo anno, chiedendo di poter organizzare una mostra delle loro opere, che potrebbe essere ospitata al Museo dell’Olivo e della Civiltà contadina ideato e gestito dalla Cooperativa Olivicola, ma anche in maniera diffusa tra le fasce di olivi. “Al momento è solo un abbozzo di idea, ma certo siamo molto interessati ad ospitare una mostra di due artisti del loro calibro”, commenta sorridendo sotto la mascherina d’ordinanza Luciano Gallizia, presidente della Cooperativa.

 

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...