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I sapori dell’autunno secondo l’agriturismo U Beriun di Vendone

Che sia uno dei miei posti del cuore, gastronomicamente parlando, lo si può tranquillamente dedurre dal numero di articoli che in questi anni ho proposto in queste pagine virtuali. Parlo della fattoria didattica e agriturismo U Beriun (un antico attrezzo agricolo) di Vendone, una vera eccellenza agricola e turistica, in un territorio che avrebbe bisogno di molta più valorizzazione, almeno mediatica, di quanto non abbia ora. Dopo il pranzo di Ferragosto, che non vi ho raccontato, è il tempo dei piatti dell’autunno, quelli dove le castagne hanno la meglio e in una giornata come quella di domenica, si possono gustare anche all’aperto.

L’occasione è stata la castagnata organizzata dalla famiglia Revello. Andiamo con ordine. L’agriturismo è soprattutto una sorta di Disneyland per i bambini dove capre, caprette, cavalli, asini, cinghiali orientali, lama, sono i protagonisti e dove ognuno ha un suo ruolo, sia per l’insegnamento ai bambini, sia per dare I suoi prodotti, a cominciare dal latte di capra con cui Massimo Revello, coadiuvato dalla moglie Daniela in cucina e dai figli Marco, in cucina e in fattoria, e Clara, giovanissima, ma ormai diventata una vera colonna dell’agriturismo, sia per il suo inarrivabile tiramisù, sia per la passione con cui cura le caprette, utilizza per preparare formaggi di altissima qualità. Dalle ricotte alle formaggette, passando, attraverso varie stagionatura a prodotti più difficili dal punto di vista gustativo, i prodotti caseari sono vere chicche di sapore ligustico. Torniamo al menù, semplice, genuino, sia negli ingredienti che nelle preparazioni, con protagonisti i prodotti coltivati in azienda, dall’olio extra vergine di oliva Taggiasca, alla farina, più scura di quella raffinata, ma anche molto, molto più buona, dalle verdure alle patate. La scelta è, ovviamente limitata: due proposte di primi, due di secondi, due di dolci. Unico l’antipasto, buono e ligure, composto da pera tiepida con formaggio di capra e noci, cipolla ripiena, patate ripiene, torta verde, pan fritto con speck. Poi i primi. La scelta era tra ravioli con ripieno di toma di capra ed erbette, conditi con burro e salvia, e tagliatelle con funghi, finferli in primo luogo, salsiccia e panna. Secondo a scelta, tra involtini, teneri e buoni, e un più tradizionale cinghiale brasato, morbido e saporito. Inarrivabili le patate sablè, croccanti al punto giusto fuori, morbide dentro. I dolci, non fotografati, variavano tra il tiramisù di Clara, decisamente buono e la torta di mele classica, mi hanno detto molto buona. Il tutto accompagnato da caraffe di vino rosso dei Viticoltori Ingauni, una garanzia, anche se sfuso, e, soprattutto castagnata finale. Il risultato è che ci siamo seduti alla mezza ed alzati alle cinque, sazi ma non particolarmente appesantiti, e non perché le porzioni non fossero adeguate, ma perché la mano di Daniela in cucina tende ad alleggerire quelle che sono le preparazioni più pesanti, e quindi a proporre una cucina di tradizione, ma sana e gustosa. I pranzi proseguiranno sino a quando il tempo sarà clemente, ma anche dopo, quando il freddo si farà sentire, ci sarà la possibilità di pranzare all’interno della simpatica struttura in legno.

 

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...