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Il campanile dell’Assunta protegge i “Fieri Ladroni di Leca”…

Da oggi nasce una nuova rubrica, Chiese&Campanili, curata dall’amico Prospero Roveraro, amico di una vita, profondo conoscitore di storia e storie di Liguria (soprattutto della Riviera) e appassionato fotografo.

 

Ogni chiesa e ogni campanile ha una sua storia fatta di progetti, speranze, tradizione e fede. Ad esse, che si tratti di una chiesa o di un campanile, c’è sempre insita una vulgata popolare.

La chiesa dell’Assunta a Leca d’Albenga, non ha origini  antiche, è stata infatti edificata intorno al 1790, prima la chiesa parrocchiale era Santa Maria del Bossero, che ora si trova decentrata dal nucleo abitato e nelle vicinanze è sorto il cimitero cittadino la cui costruzione iniziò alla metà del 1800. La chiesa di Leca non ha grandi particolarità architettoniche, ma pare che vi siano conservati alcuni dipinti di un certo valore. Attiguo alla chiesa si trova l’oratorio dedicato a San Pietro, che risulta essere la festività più popolare del borgo. Nel dopoguerra la festa di San Pietro, oltre al senso religioso, significava anche la festa popolare a base di anguille fritte,  che in quei tempi abbondavano nel fiume Neva che scorre non lontano dall’abitato.

E’  interessante la vulgata popolare che riguarda il campanile. Si narra che durante la costruzione della torre campanaria al capomastro cadde un attrezzo di lavoro. Sceso in strada non lo trovò. Passarono alcuni giorni e la storia si ripete. Stizzito il capomastro si guardò in giro, ma non vide ombra di persona. Dopo alcune settimane il fatto si ripete. A quel punto il capomastro iniziò una sorta di sfida con l’ignoto predone di attrezzi, tanto che alla fine decise di mettere un martello davanti al costruendo campanile e si nascose dietro le impalcature… Il  tempo di girarsi  e il martello era già sparito.

Sconfitto e deluso il capomastro ritornò al suo posto di lavoro, stando molto attento a non lasciare cadere nessun attrezzo, ma a lavori ultimati mise in atto la sua vendetta: all’interno del campanile  campeggiava un’iscrizione con queste parole: “Fieri Ladroni di Leca”, e da quel giorno gli abitanti di Leca vennero descritti come sagrini e veloci accaparratori di oggetti smarriti e non… 

Prospero Roveraro

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...