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Ittiturismo l’Isola, al Porto di Alassio il mare è servito…

Nei fine settimana provate pure a prenotare, ma se non fate con largo anticipo difficilmente riuscirete ad avere un tavolo. L’ittiturismo l’Isola, porto di Alassio, banchina dei pescatori, è una realtà giovane (tre anni di attività), ma di immediato successo. Il merito è, soprattutto, della cucina, fatta con pesce freschissimo (pescato dai soci dell’omonima cooperativa al largo della Gallinara), seguendo le ricette di famiglia a cui aggiunge un tocco di personalità.

Ai fornelli chef Daniele Basso, custode del ricettario dell’indimenticabile mamma Maria, assieme al genero Marco Sanfilippo e ad alcuni amici, a volte chef, più spesso appassionati cuochi, in sala (se sala possono essere definite le tavolate su due barche ormeggiate e una teoria di tavoli in banchina) Micol Basso, gentile, simpatica e professionale, che guida una batteria di pascatrici e pescatori nei panni di “bravi camerieri”.

L’Isola è, evidentemente, una realtà stagionale, dalla primavera all’autunno, quando in Riviera è piacevole pranzare o cenare all’aperto. Il menù è dettato dal mare, cambia a secondo del pescato, ma sempre con una filosofia ben precisa: sapori decisi, abbinamenti tradizionali, riscoperta delle antiche ricette  liguri. In queste settimane, ad esempio, le seppie abbondano, ed allora ecco la tradizionale buridda di seppie, da anni relegata in secondo piano a vantaggio della più “genovese” e conosciuta buridda di stoccafisso. E ancora, è stagione di piccoli pesci, buonissimi, ma spesso scartati a favore di orate, gallinelle e via dicendo, ma che nella splendida zuppetta al profumo di violette (ad Alassio erano i giorni del Festival della Cucina dei Fiori e qualche petalo di RaveraBio, nel piatto, era inevitabile, ma niente affatto stonato), diventano eccellenze. Per il mio gusto, avrei osato di più con aglio, magari di Vessalico, e peperoncino, ma capisco che non tutti amino, la soluzione è stata aggiungerne un po’…). Interessanti anche gli altri piatti in menù, a cominciare dalle linguine con la buzzonaglia, ottimo e ingiustamente dimenticato 5/4 del tonno, continuando con le acciughe dissalate servite con la burrata. Le porzioni sono abbondanti, senza essere inappetenti una porzione fa pasto (è difficile, però, resistere alla gola…) e, di conseguenza, i prezzi sono adeguati. Cantina ristretta, inevitabile vista la vicinanza al mare, ma interessante, con Pigato e Vermentino di diverse cantine liguri, qualche rosso ligure e qualche bollicina. 

 

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...