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La cerca e la cavatura del tartufo diventa Patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco

Il Consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l’Unesco ha approvato la proposta di candidatura a Patrimonio culturale immateriale della “Cerca e cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali‟. La richiesta è stata presentata al Segretariato Unesco entro martedì 31 marzo. La comunità dei tartufai, la Federazione nazionale delle loro associazioni (Fnati) e l‟Associazione nazionale Città del tartufo (di cui fa parte anche Millesimo) hanno espresso soddisfazione per il risultato ottenuto, ringraziando tutti coloro che hanno sostenuto il lungo e impegnativo processo, ciascuno per le proprie competenze. Da un‟idea di Giacomo Oddero, allora presidente del Centro studi tartufo di Alba, e grazie allo studio di ricerca antropologica dei professori Piercarlo Grimaldi e Gianfranco Molteni, la comunità proponente ha potuto elaborare un progetto che, per la prima volta, avvia un lavoro di catalogazione finora mai realizzato, permettendo di documentare una tradizione secolare praticata e tramandata dai tartufai diffusi su gran parte del territorio nazionale.

Soddisfatto, ovviamente, il presidente dei Tartufai e tartuficoltori liguri Maurizio Bazzano: “E’ un riconoscimento che ci permetterà di sviluppare ulteriormente quella sinergia tra tartufi, turismo e ristorazione ligure. A piccoli passi, insomma, si sta andando nella direzione giusta. A questa si aggiunga che la Festa nazionale del Tartufo a Millesimo, il prossimo autunno, sarà il primo appuntamento nazionale a poter utilizzare il riconoscimento Unesco”.

“Pur tra tutte le difficoltà del momento – ha commentato il presidente delle Città del tartufo Michele Boscagli –, accogliamo con soddisfazione la candidatura che, qualora venisse accettata, rappresenterebbe un grande aiuto per tutta la comunità nazionale del tartufo composta da circa 70mila tartufai e da quasi tutte le regioni italiane. Ciò rappresenta un enorme prospettiva di sviluppo per tutti i territori rurali e i piccoli borghi interessati. Questa notizia è una luce in questo periodo così buio e un barlume di speranza affinché tutta la nostra comunità possa avere un futuro più roseo”. “La notizia – ha affermato il presidente della Fnati Fabio Cerretano – arriva in un periodo non facile per il nostro Paese, in cui la tragicità del momento storico sbiadisce ogni altra cosa. Tuttavia, in questa candidatura il mondo dei tartufai trova un attimo di respiro. Dopo il tanto lavoro fatto, sono grandi l‟orgoglio e la soddisfazione per questo che è già un risultato enorme, perché dà modo di illuminare un mondo che è spesso sconosciuto ai più e, a volte, anche vittima di pregiudizio. Questa candidatura avvalora ulteriormente l‟apprezzamento universalmente tributato al „prodotto tartufo‟ svelando la sua „storia‟ e il percorso che dal bosco lo porta sulle migliori tavole. Quando questo momento triste terminerà, avremo un motivo in più per gioire”.

“I saperi e le buone pratiche di cui i tartufai sono portatori – hanno sottolineato tutte le associazioni proponenti – testimoniano come si possa valorizzare e proporre a una società moderna l‟importanza e la sostenibilità della manutenzione ambientale e un rinnovato modello di vita rurale, in funzione della tutela del territorio”.

 

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...