Franco Fava, storico dell’Università di Torino, aveva lanciato la proposta nelle scorse settimane ad Imperia, alla presentazione del doppio libro Ars Olearia, sulla storia dell’olio, in Liguria e non solo, che raccoglie una mole monumentale di studi e approfondimenti: “Questo libro potrebbe essere la base storica per chiedere l’inserimento delle Riviere Liguri nel Patrimonio Unesco dell’Umanità, così come successo per le Langhe”.
A stretto giro di posta risponde Enrico Lupi, vicepresidente della Camera di commercio, presidente dell’associazione Città dell’Olio e vicepresidente dei paesi oleari del Mediterraneo: “Sicuramente il libro può contribuire, ma l’idea di coinvolgere l’Unesco non è semplicemente un’idea, ma una richiesta già fatta in passato, che sta procedendo seguendo un iter che dovrebbe concludersi nel giro di due anni e che la pratica, attualmente, è a Parigi, all’attenzione di chi dovrà decidere”. Il progetto per far ottenere il prestigioso riconoscimento Unesco è più articolato e complesso rispetto a quanto fatto in Langa. Spiega ancora Lupi: “La nostra richiesta è stata fatta affinchè l’Unesco riconosca la Cultura olearia come patrimonio dell’Umanità e non riguarda solo un territorio, ma sei Paesi Mediterranei che hanno nell’olio la loro cultura, accanto all’Italia ci sono Libano, Grecia, Marocco, Tunisia e Spagna. In questo modo si è potuto presentare un progetto globale che ha più forza politica e maggior valore culturale, in pratica raccoglie la storia dell’olivo, dal Libano alla colonizzazione varietale del Mediterraneo attraverso i Fenici”.
Come detto il dossier è a Parigi per concludere l’iter burocratico. “E’ evidente che una pratica così importante ha bisogno di tempo, visite ai territori, fonti storiche, esami approfonditi. Tutto sta procedendo al meglio e nel giro di due anni dovrebbe arrivare questo atteso riconoscimento”, conclude Lupi. Se, come sembra, dovesse arrivare il riconoscimento, per la Liguria sarebbe una occasione di promozione e valorizzazione, magari mettendolo a sistema con i muretti a secco, anche loro Patrimonio Unesco dell’Umanità. Da solo, infatti, il riconoscimento non basta a promuovere il paesaggio, olivato su muretti a secco, e farlo diventare una attrazione per richiamare un turismo che non solo ami gli scorci ambientali, ma anche il loro prodotto, lo splendido e salutare olio extravergine, protetto dalla Dop, della Liguria.
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio…