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La Lavanda in provincia di Imperia, l’ultimo libro dello storico Alessandro Giacobbe

Alessandro Giacobbe, oltre ad essere un amico ed un collega, è un ottimo storico e “cantastorie” (scrittore, in questo caso) del territorio ligustico. Sa tutto sugli ulivi, sulla pallapugno, e tanto altro, compresa la lavanda, al centro del suo ultimo lavoro editoriale, “La Lavanda nelle provincia di Imperia”, edito da Colomò. Alessandro racconta così il risultato:

“La Lavanda in provincia di Imperia è un libro agile e, spero, ben leggibile in cui si parla di…Lavanda. Volutamente con la L maiuscola. Si parla di una pianta umile e rupestre delle montagne liguri occidentali che diventa un fattore economico, un brandello di vita rurale, ad un certo punto della storia moderna. Per motivi che vanno conosciuti. Lavanda vuol dire cultura classica, tradizione fin da tempi remoti, poteri curativi noti e significati simbolici. Lavanda non è una, ci sono state ricerche botaniche e definizioni, indagate in modo comunque il più possibile semplice. Lavanda vuol dire inizio dell’aromaterapia, cosa che è nota e viva ancora oggi. Si porta a conoscenza in tal senso l’impegno di Réné Maurice Gattefossé. Infine Lavanda è una epopea delle montagne liguri occidentali, data la richiesta di essenza da parte dell’industria profumiera francese. Nel tempo, il miglioramento produttivo, le attenzioni per le varietà, l’industria profumiera giungono anche in Liguria occidentale, con figure e aziende di assoluto rilievo. Un tempo che è stato e che oggi viene ripreso in un contesto per intenditori con un’agricoltura coraggiosa e moderna nella comunicazione. Però la terra è sempre bassa. Chiude l’opera un elenco degli alambicchi presenti in Provincia, secondo l’elenco redatto su di un quaderno dell’Ufficio Tasse ed Imposte di Fabbricazione. Non di lettura facile, con rimandi e scelte che l’autore ha dovuto comunque fare per chiarezza. Il futuro è anche nella lavanda, in chi è tornato a coltivarla, nel ricordo di chi come la mamma dell’autore l’ha raccolta in alta collina, tagliandosi le dita. Il futuro è nel prosieguo della ricerca con precisazioni tecniche, ad esempio nella tipologia degli alambicchi, nella mappa del posizionamento. Libro vuol dire inizio, non fine”.

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...