E’ una storia di gloria, di gusto e di speculazione edilizia, quella degli Anni ‘50 e ‘60, raccontata da Calvino in un profetico racconto, che ha rischiato di fare scomparire una eccellenza nata (sarebbe meglio dire ibridata) a Borghetto Santo Spirito, e salvata da altri territori, Piemonte, Veneto e Romagna, che con più lungimiranza hanno capito l’importanza di una pesca, la varietà Michelini.
“All’inizio del secolo scorso mio bisnonno Antonio, ‘U Bacan’, acquistò un vasto terreno a Borghetto Santo Spirito, un terreno vocato ad orticoltura e frutticoltura. Negli anni ’30 ci fu il primo boom della frutticoltura e il pesco ne fu un assoluto protagonista. Assieme a mio nonno Pietro, detto “Pedrin“, selezionarono nuove varietà di pesche, sviluppando il vivaismo di piante da frutto oltre alla frutticoltura classica. Insieme ad altre varietà nacque la pesca Aurora, ma la più fortunata, dal sapore unico, il profumo e l’aroma mai sentiti prima fu la Pesca Michelini, che ottenne subito un grandissimo successo, diffondendosi rapidamente in tutto il Savonese e nel vicino Piemonte”, racconta Davide Michelini, appassionato e competente erede della dinastia di vivaisti borghettini.
La Pesca Michelini, varietà a pasta bianca, venata di rosa e di rosso, con maturazione intorno ai primi di agosto, diventò una delle colture di riferimento nel panorama frutticolo nazionale, varcando anche i confini italiani, facendosi conoscere in Europa e oltreoceano. Ancora oggi la Pesca Michelini è diffusamente coltivata nel Cuneese, nel Veronese e in tutto il Savonese, particolarmente in Valle Arroscia ed in alta Val Maremola. Borghetto non diede i natali solo alla Pesca Michelini, ma alla Dessiè, alla Dantin. Dalla Frutticoltura Michelini partivano pesche verso Genova, Milano, Torino, ma anche Francia e a bordo della Compagnia di Navigazione Costa. Poi il declino, la produzione intensiva di Piemonte e Romagna, il terreno agricolo ligure trasformato in palazzi hanno decretato la fine delle pesche Michelini in Liguria. Borghetto, pochi anni or sono, ha dato la De.Co. alle Pesche Michelini.
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio…