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La storia di Radio Liguria International rivive in una serata all’U’Brecche

Era il 10 gennaio del 1976 quando Gualtiero Marras accese il mixer da una consolle Semprini (eravamo andati a prenderla, periferia di Milano, io e Gianfranco Gollo, e aveva piatti un registratore Revox a bobine, due piatti, cuffie e microfoni sennheiser, all’epoca il top dei top) e partì con la sua voce stridula, ma radiofonica: “Buon giorno, partono oggi le trasmissioni di Radio Liguria International…”, e poi via, coronando il sogno di una radio libera, se non la prima una delle prime, non solo in Liguria, ma anche in Italia.

 

Si trasmetteva da un appartamento di via Nazario Sauro ad Albenga, lo staff (mi scuso se ne dimenticherò sicuramente alcuni) era composto da Gualtiero Marras (l’ideatore), Gianfranco Gollo, io (Stefano Pezzini), Luana Porta, Patrizia Zuccolini, Paola Davoli, Tonino Puliga, Roberto Bani, Lucia Curella, Lucia Zuco, Tony Francavilla, Gianni D’Emelis, il maestro Rinaldo Feliciano, fine estimatore del jazz con centinaia di dischi, per la parte voci, Mosca, Pinuccio Camoirano, Angelo (non ricordo il cognome), Rosanna Francavilla, Silvana Minucci per quel che riguarda pubblicità e amministrazione. Ben presto si aggiunsero Marco Semeria (aveva una sterminata collezione di vinili rock), Armando Silvestri, mio fratello Marco Pezzini “Mamus”, Rinaldo Agostini e altri ancora. Non c’erano registi, chi parlava mixava anche, era una radio ruspante, telefoni aperti, qualche parolaccia, quiz ingenui. Gli anni ‘70, la metà degli Anni ‘70, erano anni strani. Quella radio, già in crisi finanziaria dopo pochi mesi, interessava. Arrivò una cordata di imprenditori, Bruno Giallombardo, gran signore, come capofila. Acquisì la radio con un gruppo di soci con le spalle economicamente larghe (Biamonti, Baruscotto, Ferrando e altri ancora) e la radio si spostò alla Casa Rossa per la sua seconda vita. Arrivarono Rosanna Cattaneo, Franco Plutino poi Francesco Florio (ex cantante dei Rogers, quelli di “Guarda”), Carlo Cori, Claudio Sottili da Radio Montecarlo (faceva il militare ad Albenga), e nel frattempo le radio libere erano diventate, in Italia, una realtà importante, le case discografiche facevano fare i tour ai loro artisti. Alla Casa Rossa arrivarono dei giovanissimi Matia Bazar, Ivan Graziani, Umberto Tozzi e tanti altri. Venivano in diretta, si facevano dare del tu, noi ci sentivamo come l’Olandese Volante ai tempi di Radio Veronica, con Mileno Isoleri provammo anche a fare tv, il più entusiasta era Tony Francavilla, ancora colonnello. Io lascia la radio per fare il giornalista della carta stampata (ma sempre con tanti legami con i microfoni) nel 1978, alla Casa Rossa arrivarono altre forze, altri appassionati, altri speaker, sino alla vendita della radio al gruppo Diomedi che trasferì tutto al Villaggio Turistico C’era una volta di Villanova d’Albenga (dove tornai a lavorare per un paio d’anni alla fine degli Anni ‘80), ma questa è un’altra storia.

Tutto questo per dire che sabato 12 gennaio quella congrega di giovani speaker, ora vecchietti, si ritrova all’U’Brecche di Alassio per ricordare quella fantastica avventura nata dall’incoscienza di alcuni visionari. Una serata aperta a tutti, anche agli ascoltatori di quella pionieristica radio.

 

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...