free web stats

La storia, l’arte, la fede, il costume, il mondo che cambia e la fotografia…

Di Paolo Tavaroli

Che ci fanno due giovani nudi e procaci sul portale di una cattedrale in mezzo ai simboli episcopali diocesani? Il Duomo è quello bellissimo di Reggio Emilia e si tratta di Daria e Crisante, patroni della città e Santi Martiri che furono sepolti a Roma nel Coemeterium Thrasonis. I corpi attualmente sono custoditi nella cripta del duomo di Reggio, donati al vescovo Adelardo da re Berengario II nel 946. Tra leggenda, agiografia catechistica e storia, si narra dei due una vicenda di conversione e fede, amore e santità. 

Al padre non va proprio giù che il figlio Crisante si sia convertito al cristianesimo e pensa bene di “inviargli” la bella vestale Daria, con qualche anno in più di lui e più esperta, per farlo ritornare alla religione dei suoi avi. Senonché Crisante doveva avere qualche numero, e poi mai sottovalutare il vecchio detto circa “la paglia posta vicino al fuoco”. Ed è Daria a innamorarsi del Crisante e della nuova libertà di quello strano culto orientale che parlava di amore.

A Roma le donne erano sottoposte ad un duro patriarcato e in realtà furono quasi sempre donne – e spesso nobildonne- le prime a respirare quell’aria nuova e ad abbracciare la fede. 

Ma arriva il crudele Numeriano che non è un personaggio di Amici della De Filippi, bensì un imperatore romano, uno tra quelli che decisero, periodicamente e a turno, di risolvere drasticamente il problema di quella fastidiosa nuova setta con una bella eliminazione. Dato che la vestale Daria era poco più di una demi mondain, ma a differenza di quelle che serviranno secoli dopo re, nobili e papi, addirittura al servizio degli Dei, non si poteva fare incavolare questi ultimi spargendone il sangue in modo cruento. I due giovani furono allora seppelliti vivi. 

Naturalmente, secondo le predicazioni successive propinate alle comunità, i due avevano vissuto il loro amore in modo casto, dedicandosi alla conversione dei pagani. E la nudità di tante statue e opere d’arte collocate nelle chiese rappresentava la grazia naturale e la bellezza originale dell’uomo e della donna, della sessualità prima del peccato originale. 

Come si è tentato di spiegare ai quei puritani made in USA dell’ultimo clamoroso caso per quanto riguarda addirittura il David di Michelangelo. Certo che costoro, investiti dalla derisione quasi a carattere planetario, se conoscessero che cosa succedeva veramente negli atelier e dietro le quinte degli  incontri tra uomini e donne coinvolti nella creazione di tante opere d’arte del Rinascimento italiano, non saremmo forse neppure riusciti ad ottenere la dichiarazione dei responsabili della Stato della Florida che, strappando sorrisi e commenti ironici a qualunque italiano ed europeo immune da analfabetismo di ritorno, hanno affermato ufficialmente che per il David trattasi di arte e cultura.

Il romanticismo, involontario o meno, e strettamente collegato a tante storie apologetiche cristiane -si pensi al culto di San Valentino- ha sempre influenzato tanti ragazzi e fidanzati di ogni epoca. Nelle fotografie allegate all’articolo due moderni Daria e Crisanto flirtano riprendendosi in video mentre passano di fronte al portale del Duomo. Al posto del cuore che i due giovani nudi immortalati nella pietra tengono pudicamente con la mano sinistra mostrandolo l’uno all’altra, i due ragazzi reggiani hanno in mano lo smartphone con cui riprendono la loro bellezza e i loro piani futuri. Potenza della video- fotografia!

Ci sono diverse fonti scritte per la storia che ho raccontato. Chi dovesse dubitare sappia che nel 2011 un’indagine scientifica sui corpi, condotta da un gruppo di studiosi coordinati da Ezio Fulcheri, paleopatologo dell’Università di Genova, ha evidenziato la compatibilità dei reperti con il racconto tramandato dalla tradizione. La datazione al radiocarbonio rivela che i resti dei due giovani, un maschio tra i 17 e i 18 anni e una femmina tra i 20 e i 25, risalgono a un’epoca tra l’80 e il 340 d.C. Nelle ossa è stata rinvenuta una elevata concentrazione di piombo, segno della loro provenienza dalle classi agiate che disponevano di acqua corrente nelle case (condotta tramite tubature di piombo). Nessuno dei corpi presenta inoltre segni di violenza o malattia, quindi la causa di morte potrebbe essere compatibile con il soffocamento.

Paolo Tavaroli, presidente del Circolo fotografico San Giorgio

Fonti: Wikipedia; Martirologio geronomiano; Gregorio di Tours, De Gloria Martyrum

 

About the Author

Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...