La mostra su Italo Calvino sta per chiudere i battenti, ma restano ancora alcuni giorni per non perdere l’occasione di entrare nel suo mondo attraverso le opere di ventuno artisti contemporanei.
L’inaugurazione del 15 ottobre nelle sale di Palazzo Oddo aveva richiamato un numeroso ed inaspettato pubblico, viste le mille occasioni di svago presenti sul territorio, e nel corso della mostra si è rilevato un continuo afflusso di persone competenti ed interessate, anche grazie al “passa parola” ed al breve ma efficace servizio della TGR Liguria di RAI 3, che ne hanno divulgato la validità e lo spessore.
Ed infatti immergersi nel mondo surreale e fantastico di Calvino mediante le opere pittoriche, plastiche e teatrali presentate a Palazzo Oddo, oltre ad essere un nutrimento per l’animo, è stato anche un modo per evadere dai mille problemi dell’“inferno” che stiamo vivendo.
“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”
Queste parole di Calvino sono di un’attualità disarmante…
La lettura approfondita del libro ha mostrato a noi artisti la realtà come sognata, mediante i quadri surreali, deliziosi, divertenti e piacevoli, scritti con lo stile metallico, cristallino, leggero ed elegante dell’autore; essi sono stati rappresentati da ognuno tramite il proprio “medium”, cioè i materiali utilizzati, quali il colore, il marmo, l’argilla, la terra, il vetro, la stoffa, i metalli… offrendo ai visitatori un panorama completo del mondo artistico contemporaneo.
Senza nulla togliere al livello qualitativo dell’intera mostra, molto apprezzate sono state le installazioni presenti nel contesto espositivo, quali le teste dorate della città di Procopia, della ceramista Pietrina Cau, la catena marmorea realizzata da un unico blocco della città di Ottavia, dello scultore Giuseppe De Carlo, e la costruzione di quasi due metri, composta da vari metalli e rappresentante Bersabea, dello scultore ungherese Balàzs Berzsenyi.
Si può affermare comunque che ogni artista ha profuso il meglio di se stesso nel realizzare la propria opera, segno che le parole di Calvino sono profondamente penetrate nel suo animo [http://cittainvisibili.altervista.org/artisti-in-mostra/].
Tornando all’inaugurazione, molto avvincente e dinamica è stata la performance teatrale del giovane gruppo sanremese “Flusso Teatrale”, composto da Christian Gullone, Valentina Di Donna e Andrea Staltari, che ha affascinato il pubblico con uno spettacolo itinerante fra le opere, oltremodo divertente e coinvolgente.
Un tocco di competenza e professionalità è stato dato dal critico d’arte Francesca Bogliolo, che ha seguito l’iter di tutta la mostra, dall’ideazione alla realizzazione, e che ha fornito il supporto accademico necessario per chiarirne il contenuto letterario ed artistico.
La mostra resterà aperta fino a domenica 5 novembre con orari, da martedì a domenica, dalle 15.30 alle 18.30.
Ulteriori contributi possono essere visionati sul sito tematico della mostra www.amicinellarte.it, sul catalogo online al link https://issuu.com/mclee/docs/citta_invisibili ed in un video visibile su YouTube al link https://youtu.be/Y82fLIK-IS4.
Per info e contatti
Carmen Spigno
mob. +39 338 8504478
mail carmen@carmenspigno.it
web www.carmenspigno.it
Pittrice con terre e resine naturali e da anni attiva operatrice nel campo artistico.
Letteralmente affascinata dagli incredibili colori delle terre, si dedica da tempo alla pittura con i pigmenti naturali. In questa, attraverso i “segni” e i “graffiti” e tramite i colori incontaminati della terra, emergono l’amore per la natura e le inquietudini spirituali del nostro tempo.
L’artista vive e lavora in Liguria, dove ha lo studio e la mostra permanente delle proprie opere a Garlenda (SV).