Eccola, dopo due settimane di suspance, la nuova bottiglia (e soprattutto la nuova etichetta) dell’Ormeasco di Pornassio Superiore di Cascina Nirasca. La presentazione è stata all’insegna della convivialità e dello spirito amicale che caratterizza la cantina di Marco Temesio e Gabriele Maglio (senza dimenticare la ventata di novità portata dal giovane e appassionato Nicolò Temesio). I loro vini, Ormeasco in testa, sono da anni ai vertici di quell’antico vitigno “imposto” (con tanto di punizioni che arrivavano alla pena di morte per chi non rispettava le regole stabilite negli Statuti di Pornassio, anno 1299) dai marchesi di Clavesana.
E, vista la strada, tortuosa, stretta, quasi una pista di slalom tra vigneti, oliveti e castagni, si capisce perchè questa viticoltura viene definita “eroica”, soprattutto un tempo, quando per arrivare dal centro di Pieve di Teco al borgo di Nirasca si usavano carraggi tirati da muli, cavalli, buoi o, più facilmente, piedi. Facile immaginare la fatica per coltivare i vigneti, per portare le uve in cantina, per trasportare il vino dalle cascine alla pianura! Ancora oggi, però, essere viticoltori e cantinieri, in queste zone, è difficile, e ci vuole passione, tanta, e capacità di vedere la bellezza che circonda la Valle Arroscia, le Alpi Liguri, il fascino delle foglie che in questo novembre che sembra ancora ottobre, sembrano essere una tavolozza di melanconici e caldi colori.
Torniamo a Cascina Nirasca, dove i tavoli sono già stati occupati dagli amici curiosi, arrivati sin quassù per vedere in anteprima la nuova etichetta, non prima di aver gustato la ricca merenda (immancabili le caldarroste) preparata dalla Trattoria la Curva di Ponti di Nava (tra le altre cose preparano anche un ottimo brandacujun sotto vetro) accompagnata, sa va sans dire, da Ormeasco.
Ed ecco, finalmente, la novità. Cambia la bottiglia, da bordolese a borgognotta, ma soprattutto l’etichetta che, bisogna dirlo, era già bella prima. Quella nuova mette, in un’unica strisciata, tutte le indicazioni di legge e non solo, poi riprende la scomposizione delle lettere di Ormeasco della precedente etichetta, cambiando però i colori e aggiungendo oro alla S, un tocco di eleganza in una composizione molto situazionista. E del resto l’Ormeasco è legato a doppio filo all’Internazionale Situazionista, nata a Cosio d’Arroscia, in linea d’aria un paio di chilometri o poco più, nel 1957, ma questa è un’altra storia. Auguri all’Ormeasco Superiore di Cascina Nirasca, che ha cambiato l’abito, è vero, ma non la sua personalità!
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio…