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Quel giorno che Albenga fu devastata dalle bombe americane

Viviamo tempi tristi, ma Albenga ne ha vissuto altri, tristissimi, drammatici. Alcuni quasi dimenticati, come l’episodio del bombardamento di Albenga da parte degli Alleati, che fece morti e feriti il 12 aprile del 1944. Ringrazio Ilario Navone, fotografo e paziente restauratore di foto storiche, che ha permesso di arricchire questo post con le foto dell’epoca. 

Da Atti del Consiglio Albenga: “Il 12 Aprile 1944 in seguito al violento bombardamento subito da questa Città trovarono la morte in un rifugio di campagna in Regione Avarenna, l’agricoltore Enrico Tobia di anni 47, e la di lui figlia quindicenne Enrico Giuliana; rimase pure vittima la casalinga Cecchetti Virginia d’anni 67, che transitava in una strada vicina”

Una testimonianza: “Quel giorno mia mamma con mia nonna, che non amava i rifugi chiusi, mi portò speditamente nelle terre dei Cravino, zona Morella, e ad un certo punto, sentito il classico  fischio, mi disse di guardare al mare. Quella gragnuola di bombe le vidi distintamente come una cascata di caramelle gettate dal terrazzo. Indimenticabile, ma erano lontane da noi e non avemmo neanche paura”.

Questa la testimonianza di Alda Pullicani Colonesi: “Le campagne dei miei nonni erano dietro a dove c’è l’ex Ortofrutticola, campagne di Sommariva, furono bombardate perché attaccate alle ferrovie: furono colpite da 5 bombe, una di queste vicino alla villa … Fu danneggiata solo la facciata da alcune schegge… Io nacqui in reg. Stanchere nella casa dei miei bisnonni, poi sfollammo a Casanova Lerrone: io in una cesta da pomodori legata davanti al manubrio di una bicicletta… “.

L’obiettivo primario del bombardamento era il ponte della ferrovia a Ventimiglia, solo che quando arrivarono alla città di confine era nuvolo e allora scelsero l’obiettivo secondario, il ponte ferroviario di Albenga. In totale gli aerei sganciarono sul ponte e nella zona attorno 118 bombe. Il perchè non poterono sganciare le bombe a Ventimiglia è semplice: i navigatori che guidavano il bombardamento avevano solo  strumenti ottici.

Spiega Ilario Navone, che oltre ad essere un valido fotografo è anche esperto di aeronautica: ”Il bombardamento non fu fatto dalla RAF, come si è spesso detto, ma dall’USAF, gli americani, come si evince guardando le scritte poste al di sotto di una ripresa aerea del ponte sul Centa. I bombardieri sono bombardieri medi americani, Martin Marauder. Il loro scopo era quello di tagliare in due la linea ferroviaria tra Italia e Francia. La cosa che mi chiede (e che Liguriaedintorni concorda al 1000 per 1000) è perchè non ci sia nemmeno una targa a ricordare quella terribile esperienza vissuta dalla nostra città”.

 

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...