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Sabato 12 agosto la vigna dell’Azienda Dell’Erba di Albenga si trasforma in galleria d’arte

L’abbiamo detto e scritto più volte, gli uliveti, le vigne della Liguria, sono splendidi teatri naturali dove gli eccellenti oli e vini liguri possono essere raccontati attraverso la natura, il paesaggio agricolo disegnato dalla sapienza degli avi, dai sapori, ma anche dall’arte, dalla musica, dallo sport, dalla letteratura, dalla poesia. Tutte cose che, in altre regioni (Piemonte e Toscana su tutte, ma anche altre zone d’Italia) sono la normalità, e che l’enoturismo richiede a gran voce. Qualche cosa si sta muovendo anche nel Ponente, ed è un bene che, principalmente, da parte delle giovani generazioni di vignaioli, si sia capito l’importanza di aprire vigne e cantine.

Come, da almeno tre anni, sta facendo Giulia Dell’Erba, che ha iniziato con gli aperitivi in vigna (alle Marixe, la strada che collega Albenga ad arnasco, una delle zone più vocate alla vite), ed ha proseguito lo scorso anno con la prima edizione di Wine + Art, una mostra d’arte tra i filari. Il nome esatto della seconda edizione, prevista per sabato 12 agosto dalle 18, è Open Vigna for Artist, con sottotitolo wine, music & local food. La musica sarà con i Santi Pollastri (nome evocativo per chi ama il ciclismo, e ricorda la storia di Sante Girardengo e del suo amico diventato bandito Sante Pollastri, chi vuole ascolti la splendida canzone di De Gregori…) e la collaborazione della Arteterapeuta Laura Paura. Gli artisti partecipanti alla mostra (ma anche ad una suggestiva esibizione di dipinti dal vivo) sono Pierdamiano Bontempo, Chiara Barbagallo, Lara Caruso, Eleonora Ciribeni, Patrizia Liccardi, Laura Ratto, Luca J. Toppia e Luca Luca Rotondo. Accanto agli artisti anche bancarelle con prodotti locali. L’ingresso costa 5 euro, e dà diritto ad un calice di vino.

L’azienda Dell’Erba, è guidata da Giulia Dell’Erba, giovane e appassionata, che ha lasciato il suo lavoro di architetto del paesaggio per prendere in mano le vigne ereditate da nonno Dario Enrico, uno dei nomi storici dell’enologia ligure. I suoi vini sono assolutamente equilibrati ed importanti. Giulia ha una predilezione per i bianchi, il suo vermentino, chiamato Soffio di Ponente, richiama il vento della Liguria, non quello forte dei giorni scorsi, ma quella brezza che soffia quasi costantemente. In bocca rilascia l’aroma della macchia mediterranea, mirto e lentisco, ma anche una spiccata mineralità, frutto del terreno argilloso su cui cresce. Il pigato Mareggio aumenta in mineralità e sapidità, in virtù anche dei vigneti storici, dai 30 ai cinquant’anni, da cui proviene. In bocca frutti bianchi, frutta secca, mandorla soprattutto, e la sapidità del mare che si frange sulle onde. Ultimo arrivato il Rugiada, un rosato ricavato da un antico vigneto di rossese di Campochiesa, mineralità delle terre rosse, frutta a bacca rossa come mora, mirtillo, fragola, e fiori di campo, sentori che si dissolvono mentre lo si assapora. Giulia, nella sua avventura enologica e imprenditoriale, è affiancata dalla mamma, Nando Enrico, e dal papà Rinaldo. La location è veramente bella, attraversare i filari di vermentino è un piacere, anche perché il fresco scaccia l’afa, l’ideale per un calice di vino di grande qualità.

 

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...