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San Matteo a Laigueglia, la sfida dei due campanili…

Prospero Roveraro prosegue il suo viaggio tra chiese e campanili del Ponente. Oggi ci racconta non solo le bellezze della chiesa di San Matteo a Laigueglia, ma anche perchè abbia due campanili.

Quando si entra nella chiesa di San Matteo a Laigueglia si viene affascinati dalla maestosità dell’edificio. Se paragonato alla dimensione del paese, stretto tra il mare e le colline, e il numero dei residenti, la chiesa è immensa. La grande chiesa, in stile barocco, è caratterizzata dalla presenza di ben 13 altari dedicati alle famiglie più importanti della città. Quindi ogni famiglia aveva il proprio altare, e un proprio prete, che officiava dall’altare di appartenenza messe, battesimi, matrimoni e funerali, tanto che è documentata, nell’800, la presenza di ben 50 preti. Ovviamente ogni altare era riccamente decorato per celebrare il prestigio della famiglia.

Sicuramente hanno contribuito allo sviluppo della chiesa i commerci che partivano e arrivavano a Laigueglia, e la pesca del corallo, praticata dai Catalani che si erano stabiliti in paese.

All’interno dell’ edificio religioso è custodito un cartolame, una rappresentazione religiosa tipica del ponente ligure, che dati gli scarsi mezzi finanziari, era l’ unico mezzo per ornare la chiesa. Quello di Laigueglia è per grandezza e sviluppo il più grande del Ponente ligure e di tutta l’Italia, tanto che fu esposto a Palazzo Ducale a Genova.

Ma la curiosità principale sono i due campanili che si stagliano verso il mare. Si dice indichino i due venti che sferzano Laigueglia, il grecale in inverno e il libeccio in estate. La leggenda, però, racconta altro. Si narra che per la costruzione dei due campanili fu indetta una sottoscrizione popolare. I potenti e i ricchi della città non fecero  mancare il loro contributo, e tronfi e arroganti ghignavano verso le classi meno abbienti, irridendole che non avrebbero avuto nessun campanile, ma si sa, le chiese sono piene di storia, tradizione, fede e qualche volta di sfide. I cittadini più poveri, irrisi e offesi,  misero tutte le loro forze e i loro averi per la costruzione del campanile, tanto che raccolsero più offerte dei ricchi. Chiesero e ottennero, in virtù del denaro, che il loro campanile fosse più alto di quello dei ricchi. Infatti un campanile è più alto di 40 centimetri dell’altro. Come in tutte le storie c’è una morale: Quando si sfida bisogna sempre mettere in conto cosa si stimola.

Prospero Roveraro

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...