Un regalo inaspettato quello ricevuto sabato 24 giugno, San Giovanni, da Papa Francesco: un cesto di asparagi violetti, la “verdura dei Santi”, inviato dalla condotta Slow Food di Alassio, Albenga e Finale Ligure, guidata con sapienza da Monica Maroglio. Impossibile, al momento, sapere se il Pontefice abbia già ricevuto il regalo e se abbia già degustato gli asparagi violetti. Visto che Bergoglio ha nelle vene anche sangue ligure (va be’, valbormidese, non proprio rivierasco) nessuno dubita che apprezzerà il dono. Anche perché l’asparago violetto è soprannominato la “verdura dei santi” perché comincia ad essere raccolto il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, e termina di essere raccolto (con poche eccezioni, ovviamente) il 24 giugno, giorno dedicato a San Giovanni. Sino a pochi decenni fa ad Albenga la produzione era diffusa, poi con il tempo sempre meno agricoltori lo hanno coltivato, complice il fatto che l’asparagiaia ha bisogno di 3 anni prima di entrare in produzione e permette un solo raccolto all’anno, senza poter utilizzare il terreno, sabbioso, per altre coltivazioni. Oggi solo quattro agricoltori della Piana lo producono, coltivatori eroi della biodiversità. Ecco perché l’asparago violetto, eccellenza unica e non coltivabile in altre zone per via del suo dna che presenta 40 cromosomi anziché 20 come gli altri asparagi, è presidio Slow Food.
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio…