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Vino, donne e leadership: il saggio di Barbara Sgarzi presentato venerdì 2 giugno alla Fiera del Libro di Imperia

Alla Fiera del Libro di Imperia, Festival del Mediterraneo, venerdì 2 giugno alle ore 18.45, nell’Oasi del Gusto, verrà presentato il libro “Vino, donne e leadership”, scritto da Barbara Sgarzi, edito dalle Edizione del Sole 24 Ore. Giornalista (scrive, tra l’altro, per Il Sole 24 ore e Donna Moderna), Barbara Sgarzi è sommelier AIS, si occupa anche di comunicazione, e insegna all’ università Sissa di Trieste e alla Cattolica di Brescia. Ad intervistare l’autrice sarà Stefano Pezzini, giornalista che da anni si occupa di storia e storie di cibo e vino. Al termine dell’intervista quattro chiacchiere con Eliana Maffone ed Elena Ramò, due delle donne più importanti del vino ligure. L’ingresso, ovviamente, è libero.

Il libro di Barbara Sgarzi ha la prefazione di Donatella Cinelli Colombini, presidente nazionale dell’associazione Donne del Vino, e raccoglie più di 30 interviste a donne protagoniste del vino, in Italia e all’estero. Produttrici, certamente, ma anche donne che di vino scrivono, comunicano, promuovono e commercializzano, siano a capo di aziende con milioni di bottiglie, sia che coltivino pochi ettari di vitigni eroici. 

La leadership femminile, in un ambiente tradizionalmente maschile, è meno autoritaria, più inclusiva, flessibile, empatica. Come hanno fatto per farsi strada in questo mondo che parte da Noè (un uomo, sa va san dire)?  “Nove capitoli, dedicati ognuno a un aspetto, un valore, un pilastro che ha contribuito a formare la leadership di queste grandi protagoniste del vino mondiale, narrati attraverso aneddoti e ricordi di vita che sono stati condivisi con calore, trasparenza e generosità”, spiega l’autrice nell’introduzione. E chi sono le nuove guide dell’enologia? «Ci sono le discendenti di famiglie storiche, che dall’esterno sembrano aver avuto la strada spianata e invece magari hanno dovuto lottare contro il pregiudizio di chi diceva loro “non sono più i vini di tuo padre”. Ci sono quelle arrivate al vino dopo mille esperienze diverse e lavori anche lontanissimi da quello in vigna o in cantina, come in una lunga storia d’amore tormentata, ma con il lieto fine. Quelle, ancora, che non potevano contare né sul nome né sulla famiglia, ma solo su una grande passione e hanno costruito una nuova realtà negli anni, barbatella dopo barbatella», si legge ancora nell’introduzione.

Donatella Cinelli Colombini, nella prefazione al libro, è molto lucida: “Le pioniere di cui Barbara ci racconta hanno contribuito in prima persona a un cambiamento che è ormai internazionale e diffuso, un protagonismo femminile che in Italia prende connotati particolarmente positivi e sta aiutando le cantine a diventare più forti dove storicamente non lo erano: nell’immagine e nell’apprezzamento commerciale delle loro bottiglie. Sono infatti le donne a trasformare il vino italiano in Euro, Dollari, Yen».

 

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...