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Vino e olio della Liguria entrano al museo dei Balzi Rossi di Ventimiglia

Vino e olio entrano nei musei italiani grazie all’Ais, la più antica associazione sommelier d’Italia (è nata nel 1965), che come ogni anno organizza la Giornata nazionale della cultura del vino e dell’olio per valorizzare il turismo legato a queste due eccellenze italiane. In Liguria, quest’anno, è stata scelta Ventimiglia che sabato 11 maggio, dalle 10,30, ospiterà al museo preistorico dei Balzi Rossi la tavola rotonda sull’importanza di vino e olio per il rilancio turistico della Liguria.

“Una Giornata di festa per la cultura italiana, con venti sedi museali coinvolte in tutta Italia attraverso il Ministero dei beni culturali. Convegni, incontri e dibattiti, accompagnati da degustazioni allestite in scenari dove arte e cultura enoica e olearia si sono incontrate, esprimendosi ai massimi livelli”, spiegano i vertici dell’Ais.

Nell’incontro al museo, che vedrà anche la partecipazione degli studenti, dopo i saluti di Antonella Traverso, direttore del museo preistorico, e di Giovanni Carlo Orengo, delegato Ais di Imperia, si parlerà di contraffazione dei prodotti enogastronomici prima di entrare nel vivo del turismo del vino e dell’olio. Relatori Alessandro Carassale, storico, docente del Dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia dell’Università di Genova, Simone Torello , dirigente dell’assessorato al Turismo della Regione Liguria e Augusto Manfredi, consigliere regionale dell’Ais Liguria e grande conoscitore dei vini liguri. A moderare sarà Carlo Orengo. La mattinata prevede anche una visita guidata al museo preistorico e all’Area Archeologico e, per finire, un aperitivo con vini, oli e prodotti liguri.

“Portare vino e olio nei musei è qualche cosa di suggestivo, che unisce la storia con la S maiuscola a quella dei popoli, al cibo, alla cultura e alla tradizione. Due punti di forza per un turismo di qualità e in forte crescita”, commenta Alex Molinari, presidente di Ais Liguria.

Gli fa eco Augusto Manfredi, grande affabulatore quando si parla di Ormeasco della Valle Arroscia, Pigato di Albenga, Rossese di Dolceacqua e di tutti i vini liguri: “Raccontare il vino ligure, la sua storia, la sue viticoltura eroica, visto che si coltiva su terrazzamenti stretti, dove tutto si fa a mano, affascina moltissimo il turista enogastronomico. Mi limito a ricordare l’importanza dell’Ormeasco diventato una vera attrazione turistica per la Valle Arroscia. Le cantine che lo producono sono diventate mete turistiche importanti anche economicamente”

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Stefano Pezzini
Vecchio cronista alla Stampa, mai saggio...